Nel dicembre del 2024, gli Stati membri dell'UE, tra cui l'Italia, hanno presentato i loro Piani Nazionali di Attuazione in vista dell'implementazione del Patto UE sulla migrazione e l'asilo. Tuttavia, a distanza di un anno, il governo italiano non ha ancora reso pubblico il proprio Piano – una mancanza di trasparenza che arriva in un momento critico: a partire dal giugno del 2026, infatti, il Patto introdurrà nuove regole e procedure con gravi implicazioni per le persone in cerca di sicurezza in Europa. L'Italia sarà tenuta ad adottare pratiche che potrebbero influire profondamente sull'accesso alla protezione, sulle garanzie procedurali e sulle condizioni di accoglienza per coloro che arrivano in Europa cerca di protezione.
Il rapporto “Alla soglia della protezione: Barriere e soluzioni lungo il percorso verso la salvaguardia dei diritti in Italia” offre una visione chiara e basata su dati concreti del panorama mutevole dell'asilo e della protezione in Italia in un momento cruciale per il Paese e per l'Europa. Mentre il numero di persone sfollate a livello globale raggiunge livelli senza precedenti, l'Italia rimane un punto di arrivo fondamentale per le persone in cerca di sicurezza via mare, terra e aria. Tuttavia, il rapporto mostra come le politiche attuali ed emergenti rischino di lasciare molte persone richiedenti asilo in un limbo giuridico, costrette ad affrontare viaggi pericolosi, un accesso limitato alle procedure e ritardi prolungati che aumentano la loro vulnerabilità e ostacolano la loro inclusione.
Basato sui programmi di accoglienza e integrazione dell'International Rescue Committee Italia e su decenni di esperienza nella risposta alle crisi umanitarie in tutto il mondo, questo rapporto analizza le lezioni apprese dalle attuali risposte dell'Italia alla migrazione e propone raccomandazioni per favorire procedure di frontiera e di asilo più efficaci e umane e per rafforzare i canali d'accesso sicuri per le persone rifugiate.
Il rapporto descrive le sfide che le persone devono affrontare una volta raggiunta l'Italia, tra cui gli ostacoli nel manifestare l’intenzione di chiedere asilo, le lacune nelle procedure di screening e nell'individuazione delle vulnerabilità, le difficoltà nell’accesso all'accoglienza e le procedure accelerate e di frontiera che compromettono l'equità e il giusto processo. L'analisi evidenzia inoltre come le misure di esternalizzazione e gli accordi di cooperazione restrittivi mettano ulteriormente in pericolo le persone migranti e rifugiate, senza riuscire a rispondere alle loro esigenze di protezione. Allo stesso tempo, il rapporto riconosce i passi compiuti dall'Italia per sperimentare percorsi sicuri - come i canali d’accesso basati sull'istruzione e sul lavoro - e il ruolo cruciale che queste iniziative possono svolgere nell'offrire alternative umane e sicure a viaggi pericolosi.
Con l'entrata in vigore del Patto UE sulla Migrazione e l'Asilo nel giugno 2026 e la scadenza della protezione temporanea per le persone sfollate dall'Ucraina nel marzo 2027, i prossimi anni saranno decisivi. L'obiettivo del rapporto è quello fornire elementi per politiche concrete e lungimiranti, formulando raccomandazioni per facilitare l'accesso al territorio, garantire procedure di asilo eque e tempestive, ampliare i percorsi sicuri e rafforzare un approccio incentrato sulla persona e basato sui diritti.



